La
droga e noi
Ἔνθεν δ'ἐννῆμαρ φερόμην ὀλοοῖς ἀνέμοισι
πόντον ἐπιχθυόεντα· ἀτἃρ δεκάτῃ ἐπέβημεν
γαίης
Λωτοφάγων, οἵ τ'ἄνθινον εἶδαρ ἔδουσιν.
ἔνθα δ'ἐπ'ἠπείρου βῆμεν καὶ ἀφυσσάμεθ'ὕδωρ,
αἶψα δὲ δεῖπνον ἕλοντο θοῇς παρὰ νηυσὶν ἑταἷροι.
αὐτὰρ ἐπεὶ σίτοιό τ'ἐπασσάμεθ' ἡδὲ ποθῆτος,
δὴ τότ' ἐγὼν ἐτάρους προΐειν πεύθεσθαι ἰόντας
οἵ τινες ἀνέρες εἶεν ἑπὶ χθονὶ σῖτον ἔδοντες,
ἄνδρε δύω
κρίνας, τρίτατον κήρυχ' ἅμ' ὀπάσσας.
οἱ δ' αἶψ' οἰχόμενοι μίγεν ἀνδράσι
Λωτοφάγοισιν·
οὐδ' ἄρα Λωτοφάγοι μή
δονθ' ἐτάροισιν ὄλεθρον
ἡμετέροις, ἀλλά σφι δόσαν
λωτοῖο πάσασθαι.
τῶν δ' ὅς τις λωτοῖο φάγοι
μελιηδέα καρπόν,
οὐκέτ' ἀπαγγεῖλαι πάλιν ἤθελεν οὐδὲ νέεσθαι,
ἀλλ' αὐτοῦ βούλοντο μετ'
ανδράσι Λωτοφαγοῖσι
λωτὸν ἐρεπτόμενοι
μενέμεν νόστου τε λαθέσθαι.
τοὺς μὲν ἐγὼν ἐπὶ νῆας ἄγον κλαίοντας ἀνάγχη,
νηυσὶ δ' ἐνὶ γλαφυρῄσιν ὑπὸ ζυγὰ δῆσα ἐρύσσας .
αὐταρ τοὺς ἄλλους κελόμεν ἐρίηρας ἐταίρους
σπερχομένους νηῶν ἐπιβαινέμεν ὠκειάων,
μή πῶς τις λωτοῖο φαγὼν νόστοιο
λαθέται.
Per nove giorni
fui trascinato da venti funesti
sul mare
pescoso: al decimo giorno arrivammo
alla terra dei
Mangiatori di loto, che mangiano cibi di fiori.
Qui sul lido
scendemmo e attingemmo dell'acqua;
e subito
presero il pasto presso l'agili navi i compagni.
Poi, come di
cibo fummo sazi e di vino,
allora mandai
dei compagni a informarsi
che gente su
quella terra vivesse mangiando pane;
e scelsi due
uomini, e terzo aggiunsi l'araldo.
Subito andando,
si mescolarono fra i mangiatori di loto,
e i mangiatori
di loto non meditarono la morte ai compagni
nostri, anzi,
diedero loro del loto a mangiare.
Ma chi di loro
mangiò del loto il dolcissimo frutto,
non voleva
portar notizie indietro e tornare,
ma volevano là,
tra i mangiatori di loto,
a pascer loto
restare e scordare il ritorno.
E io sulla nave
li trascinai per forza, piangenti,
e nelle concave
navi sotto i banchi dovetti cacciarli e legarli. (trad. di Rosa Calzecchi
Onesti)
Odissea, IX,
82-102
Agli
esordi della letteratura europea non si poteva trovare una condanna più
esplicita dell'uso di droghe. I compagni di Odisseo vanno in avanscoperta ed
incontrano i mangiatori del fiore di loto, dietro il quale non sarà difficile
scorgere il papavero da oppio. I Lotofagi sono molto amichevoli e pacifici: non
attentano alla vita dei forestieri: si limitano ad offrire loro da mangiare il
loto. Sarebbe facile rimanere lì, dimenticarsi di tutto, del mare, delle
famiglie, del ritorno... ma Odisseo non lo permette: afferra i compagni e li
riporta alla nave senza curarsi dei loro lamenti, e soprattutto senza la minima
incertezza su ciò che deve fare. Non ci uscirà mai di mente una ragazza che
arrivava a scuola e subito cominciava a pensare all'eroina. Un giorno, sempre a
scuola, avemmo la sventura di vederla con gli occhi che le si stavano come
divaricando in due direzioni opposte... Un altro giorno la sentimmo dire ad un
compagno che il suo sogno era andare in India, dove ci si poteva
"fare" dalla mattina alla sera, senza alcun disturbo... un vero
paradiso in terra... proprio come quello dei Lotofagi.
Sarà
bene che l'Europa non dimentichi la lezione di Odisseo: essa ci viene dall'alba della sua coscienza.
Andrea
Salvini