Nota di lettura su La luce dell'anima
– Zeit los brennt dieses licht hier di Dieter Schlesak e Vivetta Valacca
Non è facile oggi articolare un'intera raccolta poetica sul
tema dell'amore e riuscire a rimanere sempre al di sopra di ogni banalità. Lo
sapeva Umberto Saba che in Amai ci
ricordava come ciò che si scrive intorno all'amore, specie nella poesia,
rischia di diventare trite parole. La
rima fiore / amore è per lui e per noi, la
più antica, difficile del mondo.
Eppure Dieter Schlesak e Vivetta Valacca sono riusciti a
costruire un intera raccolta poetica sul tema dell'amore, o, meglio, sul
dialogo ineffabile che l'amore riesce a far scaturire fra due sensibilità
complementari.
Molte raccolte poetiche nei secoli, pensiamo al Canzoniere
petrarchesco e a tutti quelli che ad esso sono seguiti nei secoli, raccontano
le vicende di amori inappagati e tormentati: qui abbiamo il canto dell'amore
realizzato, pienamente vissuto in un'ebbrezza appagante, non tanto e non solo
dei sensi, quanto piuttosto dell'anima. Ci sembra quindi che l'archetipo di
riferimento della raccolta sia piuttosto quello biblico del "Cantico dei
Cantici". Così come il Libro biblico, tutta la raccolta è un invito
reciproco e continuo alla gioia dell'amore, un cercarsi per viversi a vicenda.
Questa ricerca reciproca spazia praticamente su ogni
possibile evento o sensazione dell'esperienza d'amore. Il momento più
ricorrente ci sembra quello del superamento del limite, che possiamo
esemplificare con due brevi brani, fra i molti che potremmo citare:
Non ci serve / sapere
cosa c'è /al di là del tempo e dove eravamo / e dove siamo / insieme siamo
stesi nella parola / abbandoniamoci ad amare quello che ci porta / il nostro
noi sarà più ricco / di quello / che siamo stati prima (p. 39)
In me stessa / al mio
sguardo muri / come frontiere // in te /
si apre / per me la porta delle stelle // L'eterno da sempre cercato si dona //
esperienza viva / io tocco / con te il non‑tempo infinito presente (p. 73)
Superare il tempo e lo spazio, sconfiggere il limite proprio
della nostra natura soggetta alla finitezza, è proprio la motivazione più
profonda che spinge l'essere umano a vivere l'esperienza dell'amore senza
egoismi, senza secondi fini che possano contaminarla: Lo cerchi ancora questo soffio / in te nessuna pesantezza, acqua
cristallina e blu, / blu il vuoto del cielo. Cerca, cercati in questo / senza
il tuo trapassare / sei libero, libero / come non mai, e puoi vederlo (p.
109)
questo mondo di Dio è
DEL TUTTO / e del tutto costruito di luce altrimenti Nulla / è per sempre /
Nulla / è salvato e scampato (Vivetta Valacca)
Kein Trost nur Liebe diese Gotteswelt ist Ganz / und ganz aus Licht
gebaut sonst Nichts / und immer ist sie / über den Berg / über alle Berge
(Dieter Schlesak) (p.
125)
Il
dialogo d'amore di cui stiamo parlando si svolge sul terreno della poesia, una
poesia dallo stile cristallino e sobrio, che mai si compiace di facili
ambiguità sulla scorta di mode espressive oggi fin troppo correnti, che male
imitano i grandi maestri dell'Ermetismo. È uno stile che vorremmo definire classico, anzi, di primo acchito, ci fa
pensare al più celebre prototipo della poesia amorosa, ossia a Saffo, soprattutto
per la spontaneità dello spunto dialogico che possiamo osservare in quel poco
che di essa ci è rimasto. Ma un altro accostamento possibile è agli inizi della
letteratura italiana, ossia allo Stilnovo. Il dialogo sull'amore era tipico del
mondo degli Stilnovisti. Anch'essi si scambiavano in rima le proprie esperienze
d'amore, imbastivano tenzoni poetiche sull'amore e lo spirito di tutti si
elevava contemplando le preziose operazioni di Amore dentro ciascuno di loro. Lo
stile stilnovista era accessibile a tutti, eppure prezioso e nitido, frutto di
un incessante limae labor, una novità
epocale per il mondo letterario dell'epoca. Proprio questa ci pare la qualità complessiva
dello stile di questa raccolta dei due poeti. Non dimentichiamo, infatti, che
si tratta di una raccolta bilingue: una gradissima parte delle poesie della
Valacca sono state tradotte da Dieter Schlesak in un tedesco altrettanto nitido
e cristallino che fa da perfetto speculum
all'italiano. Nella straordinaria consentaneità espressiva tra i due poeti, che
può apprezzare anche chi ha una conoscenza solo essenziale del tedesco,
troviamo il compimento della volontà dialogica sull'amore che abbiamo cercato
di mettere in luce.
Andrea Salvini
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