lunedì 16 febbraio 2015

Nota di lettura su La luce dell'anima – Zeit los brennt dieses licht hier di Dieter Schlesak e Vivetta Valacca


Non è facile oggi articolare un'intera raccolta poetica sul tema dell'amore e riuscire a rimanere sempre al di sopra di ogni banalità. Lo sapeva Umberto Saba che in Amai ci ricordava come ciò che si scrive intorno all'amore, specie nella poesia, rischia di diventare trite parole. La rima fiore / amore è per lui e per noi, la più antica, difficile del mondo.
Eppure Dieter Schlesak e Vivetta Valacca sono riusciti a costruire un intera raccolta poetica sul tema dell'amore, o, meglio, sul dialogo ineffabile che l'amore riesce a far scaturire fra due sensibilità complementari.
Molte raccolte poetiche nei secoli, pensiamo al Canzoniere petrarchesco e a tutti quelli che ad esso sono seguiti nei secoli, raccontano le vicende di amori inappagati e tormentati: qui abbiamo il canto dell'amore realizzato, pienamente vissuto in un'ebbrezza appagante, non tanto e non solo dei sensi, quanto piuttosto dell'anima. Ci sembra quindi che l'archetipo di riferimento della raccolta sia piuttosto quello biblico del "Cantico dei Cantici". Così come il Libro biblico, tutta la raccolta è un invito reciproco e continuo alla gioia dell'amore, un cercarsi per viversi a vicenda.
Questa ricerca reciproca spazia praticamente su ogni possibile evento o sensazione dell'esperienza d'amore. Il momento più ricorrente ci sembra quello del superamento del limite, che possiamo esemplificare con due brevi brani, fra i molti che potremmo citare:

Non ci serve / sapere cosa c'è /al di là del tempo e dove eravamo / e dove siamo / insieme siamo stesi nella parola / abbandoniamoci ad amare quello che ci porta / il nostro noi sarà più ricco / di quello / che siamo stati prima (p. 39)

In me stessa / al mio sguardo muri / come frontiere  // in te / si apre / per me la porta delle stelle // L'eterno da sempre cercato si dona // esperienza viva / io tocco / con te il non‑tempo infinito presente (p. 73)

Superare il tempo e lo spazio, sconfiggere il limite proprio della nostra natura soggetta alla finitezza, è proprio la motivazione più profonda che spinge l'essere umano a vivere l'esperienza dell'amore senza egoismi, senza secondi fini che possano contaminarla: Lo cerchi ancora questo soffio / in te nessuna pesantezza, acqua cristallina e blu, / blu il vuoto del cielo. Cerca, cercati in questo / senza il tuo trapassare / sei libero, libero / come non mai, e puoi vederlo (p. 109)

questo mondo di Dio è DEL TUTTO / e del tutto costruito di luce altrimenti Nulla / è per sempre / Nulla / è salvato e scampato (Vivetta Valacca)
Kein Trost nur Liebe diese Gotteswelt ist Ganz / und ganz aus Licht gebaut sonst Nichts / und immer ist sie / über den Berg / über alle Berge (Dieter Schlesak) (p. 125)

Il dialogo d'amore di cui stiamo parlando si svolge sul terreno della poesia, una poesia dallo stile cristallino e sobrio, che mai si compiace di facili ambiguità sulla scorta di mode espressive oggi fin troppo correnti, che male imitano i grandi maestri dell'Ermetismo. È uno stile che vorremmo definire classico, anzi, di primo acchito, ci fa pensare al più celebre prototipo della poesia amorosa, ossia a Saffo, soprattutto per la spontaneità dello spunto dialogico che possiamo osservare in quel poco che di essa ci è rimasto. Ma un altro accostamento possibile è agli inizi della letteratura italiana, ossia allo Stilnovo. Il dialogo sull'amore era tipico del mondo degli Stilnovisti. Anch'essi si scambiavano in rima le proprie esperienze d'amore, imbastivano tenzoni poetiche sull'amore e lo spirito di tutti si elevava contemplando le preziose operazioni di Amore dentro ciascuno di loro. Lo stile stilnovista era accessibile a tutti, eppure prezioso e nitido, frutto di un incessante limae labor, una novità epocale per il mondo letterario dell'epoca.  Proprio questa ci pare la qualità complessiva dello stile di questa raccolta dei due poeti. Non dimentichiamo, infatti, che si tratta di una raccolta bilingue: una gradissima parte delle poesie della Valacca sono state tradotte da Dieter Schlesak in un tedesco altrettanto nitido e cristallino che fa da perfetto speculum all'italiano. Nella straordinaria consentaneità espressiva tra i due poeti, che può apprezzare anche chi ha una conoscenza solo essenziale del tedesco, troviamo il compimento della volontà dialogica sull'amore che abbiamo cercato di mettere in luce.

Andrea Salvini


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