sabato 11 gennaio 2014


Nota di lettura a "Il bianco delle vele" di Franco Casadei 

Franco Casadei scopre subito le sue carte all'inizio della raccolta: Dovrà morire l'uomo è il titolo della poesia di apertura. Una verità semplice ed oggi sempre più rimossa, o, peggio, mistificata. Da qui, da questa verità elementare, comincia il suo viaggio poetico, fatto di brevi e intensissimi sguardi sull'uomo nel cuore dei suoi giorni. Il tema del viaggio è presente in tutta la silloge, soprattutto sotto la specie delle metafore ferroviarie: ricordiamo in particolare Treni e stazioni, dove le macchine della strada ferrata diventano simboli polimorfi dell'esistenza umana, e soprattutto Quel treno, la lirica che chiude la raccolta, imperniata sul simbolismo inequivocabile dell'ultimo tragitto che attende ogni uomo. Il senso del possibile nulla, il timore che la vita sia un percorso verso il vuoto è sempre incombente (Fra qualcosa e niente), ma, se osserviamo bene, l'Autore ha unito dappertutto al tema della morte, quello cristiano della risurrezione, utilizzando immagini poetiche sempre fresche e dense di significato, come in Nel silenzio vergine dell'alba o in Come a tentoni


Andrea Salvini

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