Il "clima politico"
Sed haec et his
similia utcumque animaduersa aut existimata erunt haud in magno equidem ponam
discrimine: ad illa mihi pro se quisque acriter intendat animum, quae vita, qui
mores fuerint, per quos viros quibusque artibus domi militiaeque et partum et
auctum imperium sit; labente deinde paulatim disciplina velut desidentes primo
mores sequatur animo, deinde ut magis magisque lapsi sint, tum ire coeperint
praecipites, donec ad haec tempora quibus nec vitia nostra nec remedia pati
possumus perventum est. (Tito Livio, Praefatio)
Il passo di Livio che abbiamo oggi riportato proviene dalla
Prefazione alla sua opera storiografica, per quei tempi gigantesca. A nostro
avviso, esso riassume il significato di tutto il brano. Colpiscono soprattutto
le ultime parole: la società romana e il suo Stato non sono più in grado di
sopportate né i loro vizi né i rimedi contro di essi: ad haec tempora quibus nec vitia nostra nec remedia pati possumus
perventum est. Non riusciamo a sfuggire a questo stato d'animo se cediamo
alla tentazione di assistere ad uno dei tanti, troppi dibattiti televisivi
sulla politica. Tra l'altro, abbiamo fatto caso che ogni sera, nella fascia di
maggiore ascolto televisivo, se ne può trovare uno? Questi dibattiti ci
sembrano sempre più inutili risse di acrimonie contrapposte, sterili momenti in
cui i politici di turno si denigrano abilmente a vicenda, facendo sfoggio di
dialettiche consumate, ma forse solo imparate a memoria nelle "scuole di
politica" dei partiti. Poi, non sembra accadere assolutamente nulla,
nemmeno se interviene ad esporre la sua storia di disoccupazione una giovane
laureata in ingegneria, specializzata in microelettronica, che ha compiuto
anche esperienze di ricerca all'estero.
Livio scriveva quando Augusto sembrava aver riportato Roma
al suo antico splendore, ma si mostra amaramente consapevole che nulla e
nessuno potrà mai salvarla, perché la sua crisi è una crisi morale: labente deinde paulatim disciplina velut
desidentes primo mores sequatur animo, deinde ut magis magisque lapsi sint, tum
ire coeperint praecipites. Quando in una società ognuno sembra fuggire per
la propria strada recriminando e imprecando contro gli altri, una catastrofe
non sembra lontana. Speriamo di essere smentiti.
Andrea Salvini
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