Noi e i nuovi barbari: altre riflessioni.
His diebus efficacia Iulii magistri militiae trans Taurum
enituit salutaris et velox. conperta enim fatorum sorte per Thracias, Gothos
antea susceptos, dispersosque per varias civitates et castra, datis tectioribus
litteris ad eorum rectores Romanos omnes, quod his temporibus raro contingit,
universos tamquam vexillo erecto uno eodemque die mandavit occidi,
exspectatione promissi stipendi securos ad suburbana productos. quo consilio
prudenti sine strepitu vel mora completo, orientales provinciae discriminibus
ereptae sunt magnis. (Ammiano Marcellino, Res
Gestae a fine Cornelii Taciti, XXXI, 8)
Con questo gelido e sbrigativo resoconto di un eccidio terminano
le Res Gestae di Ammiano Marcellino. A
queste righe segue solo il commiato dell'autore dalla propria opera.
Ricostruiamo il contesto storico. E' l'anno 378 d. C. I Romani sono stati
rovinosamente sbaragliati ad Adrianopoli. Anche l'imperatore Valente è morto in
battaglia. Giulio, magister militiae,
per evitare che i Goti che già servivano nell'esercito romano in Tracia si
ribellino e ingigantiscano la disfatta, prima che essi vengano a sapere della
vittoria dei loro connazionali, ordina segretamente ai loro comandanti romani di farli
concentrare in luoghi appartati; quindi li fa massacrare tutti nello stesso giorno.
L'episodio è narrato in poche righe classicamente composte. Ammiano elogia questa
saggia (prudenti) iniziativa di
Giulio, portata a compimento senza clamore e senza esitazioni (sine strepitu vel mora completo). Giulio
si è comportato da vero Romano e ha messo al sicuro tutte le province orientali
dell'Impero (orientales provinciae
discriminibus ereptae sunt magnis).
Ogni volta che leggiamo queste righe rimaniamo
impressionati. In un'Europa che vede arrivare sempre più numerosi gli immigrati
serpeggia la tentazione di ricorrere a mezzi come quelli impiegati da Giulio
per salvare noi stessi e la nostra identità. Girando per le strade o entrando
in un bar sentiamo da tempo discorsi simili: bastano poche parole colte al volo.
La storia successiva ci deve insegnare, comunque: versare il sangue a fiumi non
ferma i barbari, qualunque sia il colore della loro pelle. E' più utile
mettersi in discussione. Tutti insieme.
Andrea Salvini
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