sabato 1 febbraio 2014


Noi e i nuovi barbari: altre riflessioni.

His diebus efficacia Iulii magistri militiae trans Taurum enituit salutaris et velox. conperta enim fatorum sorte per Thracias, Gothos antea susceptos, dispersosque per varias civitates et castra, datis tectioribus litteris ad eorum rectores Romanos omnes, quod his temporibus raro contingit, universos tamquam vexillo erecto uno eodemque die mandavit occidi, exspectatione promissi stipendi securos ad suburbana productos. quo consilio prudenti sine strepitu vel mora completo, orientales provinciae discriminibus ereptae sunt magnis. (Ammiano Marcellino, Res Gestae a fine Cornelii Taciti, XXXI, 8)

Con questo gelido e sbrigativo resoconto di un eccidio terminano le Res Gestae di Ammiano Marcellino. A queste righe segue solo il commiato dell'autore dalla propria opera. Ricostruiamo il contesto storico. E' l'anno 378 d. C. I Romani sono stati rovinosamente sbaragliati ad Adrianopoli. Anche l'imperatore Valente è morto in battaglia. Giulio, magister militiae, per evitare che i Goti che già servivano nell'esercito romano in Tracia si ribellino e ingigantiscano la disfatta, prima che essi vengano a sapere della vittoria dei loro connazionali, ordina segretamente ai loro comandanti romani di farli concentrare in luoghi appartati; quindi li fa massacrare tutti nello stesso giorno. L'episodio è narrato in poche righe classicamente composte. Ammiano elogia questa saggia (prudenti) iniziativa di Giulio, portata a compimento senza clamore e senza esitazioni (sine strepitu vel mora completo). Giulio si è comportato da vero Romano e ha messo al sicuro tutte le province orientali dell'Impero (orientales provinciae discriminibus ereptae sunt magnis).
Ogni volta che leggiamo queste righe rimaniamo impressionati. In un'Europa che vede arrivare sempre più numerosi gli immigrati serpeggia la tentazione di ricorrere a mezzi come quelli impiegati da Giulio per salvare noi stessi e la nostra identità. Girando per le strade o entrando in un bar sentiamo da tempo discorsi simili: bastano poche parole colte al volo. La storia successiva ci deve insegnare, comunque: versare il sangue a fiumi non ferma i barbari, qualunque sia il colore della loro pelle. E' più utile mettersi in discussione. Tutti insieme.


Andrea Salvini

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